Lavoro da più di trent’anni nel mondo della cooperazione e della educazione alla legalità in diverse aree di emergenza del mondo.
Le mie attività di ricerca e di studio sulla prevenzione del crimine, mi hanno portato a dirigere importanti progetti in Africa, Messico, Brasile e Italia.
Sono impegnato in prima linea in importanti battaglie per la difesa dei diritti umani. Gli attacchi della ndrangheta e delle mafie dei colletti bianchi non hanno mai fermato la mia fede e la mia attività a sostegno della giustizia sociale.
Terzo Teatro - Un grido di battaglia
In occasione della mia ultima visita all’Odin Teatret, Eugenio Barba mi mostrò con molto orgoglio il Torii installato nell’area adiacente all’ingresso del teatro.
Fui molto felice della novità, perché credo di aver sempre vissuto con il messaggio profondo di questo simbolo architettonico. Il Torii è la porta da cui si accede ai santuari scintoisti e simboleggia l’ingresso verso un’area sacra, sancendo la separazione dal mondo profano.
È anche una metafora della transitorietà della vita, della necessità del cambiamento: non a caso, da più di un millennio, i santuari scintoisti vengono distrutti e ricostruiti ogni venti anni. Il motto giapponese che meglio rappresenta il Torii è “Nana korobi ya oki”, sette volte a terra e otto volte in piedi.
È anche il motto preferito da Eugenio Barba, e il primo piccolo seme delle dieci lezioni realizzate nel mese di maggio del 2020, con la partecipazione di E. Barba, N. Savarese, F. Ruffini e J. Varley.
Giornata mondiale del rifugiato
Proiezione del documentario "Nameless", con la partecipazione di Claudio La Camera e Francesco Piobbichi.