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Le “burritas” (in spagnolo burro è il somaro) sono autobus in disuso abbandonati nel gigantesco parco macchine della città di Guatemala. Un’organizzazione per i diritti umani “American Friends service Committee” ha deciso di utilizzarli come scenografia per un progetto culturale nelle zone più depresse e malfamate della città. Nel cuore di un quartiere periferico un’intera area delimitata dalle Burritas viene allestita con tende, caffè e infermeria.

Nascono così le “burritas della pace”, uno spazio fisico e simbolico itinerante dove mediatori culturali ed analisti della trasformazione dei conflitti sociali incontrano ogni giorno decine di vittime di varie forme di violenza.

Le burritas all’inizio hanno suscitato diffidenza tra la gente dei quartieri, la maggior parte trafficanti di droga e delinquenti comuni. Poi l‘idea di far funzionare una guardia medica gratuita all’interno della burrita ha fatto scattare la trappola perfetta per attrarre la gente più disperata del quartiere. I luoghi di sosta delle burritas vengono scelti con attenzione e vengono preparati attraverso la realizzazione di “percorsi di conoscenza”.

I mediatori contattano i leader formali e informali del quartiere e li coinvolgono come veri e propri mediatori tra il progetto e la gente. L’obiettivo del progetto è quello di trasformare le situazioni di conflitto in situazioni positive, usando il dialogo come processo generativo di nuove relazioni tra gli abitanti del luogo. Partendo dalla considerazione che la violenza sociale si esprime con forme multiple di potere, la burrita mira a creare un sistema di micro poteri generatori di pace.

Sono le micro-piattaforme comunitarie con le quali si cercano forme diverse di convivenza. Le micro-piattaforme vogliono costruire una visione positiva del futuro attraverso la creazione di relazioni, che per la loro caratteristica di essere forme dinamiche, riescono a corrompere i meccanismi di violenza. Si parte dalla considerazione che i conflitti non si si risolvono ma si trasformano.

Con la cultura di pace si cerca di trasformare il conflitto in una relazione costruttiva. Il paradigma della cultura di pace è generare relazioni cooperative e pacifiche. Normalmente in tali contesti occorre lavorare con processi a breve scadenza pensando a processi a lunga scadenza, partendo dalla possibilità di costruire una mappa di convivenza pacifica.

Si usano varie tecniche ma la prima è spingere la gente a parlare dei propri problemi. Farlo in un “luogo altro” rispetto a quelli già connotati dalla violenza fisica e simbolica del quartiere. In molti luoghi del sud america sono state riscontrate queste nuove forme di violenza in cui la città non funziona come generatrice ma come scenario.

Non sono solo luoghi di violenza fisica, dove le bande si contendono spazi di dominio ma dove si esercitano anche forme simboliche di violenza come il pedaggio che viene chiesto alla gente per passare da una certa strada. Per questo servono i mediatori non formali che sono in genere persone che nel quartiere hanno una sorta di riconoscenza sociale e di credibilità. I vigili del fuoco, molti di loro sono volontari, rappresentano una forma blanda di ufficialità, non sono “sbirri”, aiutano la gente nei momenti di bisogno, gestiscono un servizio gratuito di ambulanza.

Poi ci sono i maghi e le fattucchiere che mischiando riti Maya della Santeria e di Saint Simon, leggono passato presente e futuro e ascoltano i problemi della gente. Infine i venditori ambulanti che sanno tutto di tutti. Convincere la gente a parlare non comporta la prevenzione dei delitti ma genera relazioni positive.

La burrita diventa così un luogo di incontro dove la gente costruisce un sistema di autogestione di conflitti: si organizzano i “caffè comunitari”, si crea un canale di comunicazione tra la gente per le situazioni di emergenza (incendi, conflitti a fuoco), si stilano documenti simbolici di protesta o di segnalazione di emergenze alle istituzioni. In una realtà dove il crimine e la violenza assumono proporzioni gigantesche i processi di trasformazione dei conflitti sociali stanno innescando possibilità di cambiamento.