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Italia, il paese del “quasi”, dove non comanda nessuno ma un pò tutti, fra il potere giudiziario, quello politico e quello economico e imprenditoriale. Tutti a turno, a geometria variabile, senza accordi specifici, in una combinazione diabolica per cui alla fine tutti fanno l’interesse proprio che ovviamente è contrario all’interesse pubblico.

Può sembrare una visione apocalittica ma è un classico delle società in declino che cadono in mano ai mediocri, quella vasta categoria di tecnocrati che gestiscono il controllo delle minoranze. Nel Paese del “quasi” impera la potenza del negativo e la confusione dei linguaggi. Per rendersene conto basta andare nella spazzatura dei social, dove tutti criticano tutti gestendo un ufficio stampa mentale il cui fine ultimo è auto-celebrarsi come eroe.

Tutti vogliono essere eroi, forse sospettando di appartenere alla categoria degli sheeple, (termine che nasce dalla fusione della parola sheep, pecora e da people, persona). L’analfabetismo funzionale contagia quasi un italiano su due, formando sheeple che non sono in grado di leggere o approfondire un breve testo, di comprendere la società complessa nella quale vivono, di ascoltare una persona che espone un pensiero.

E l’effetto più grave dell’analfabetismo funzionale è che determina la gente a paragonare il mondo alle sue esperienze dirette amplificando così quel pregiudizio di conferma che genera le “echo chamber” sulle reti sociali. Prima ancora delle fake news ci sono gli uomini/donne-pecora che aiutano efficacemente l’Italia a mantenere il primato del “quasi”. Quasi solidale, quasi comunista, quasi fascista, quasi mediterranea, quasi europea.