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Così li chiamava Marx: sognatori dell’assoluto, perché non stavano con nessuno. Erano iscritti nelle file del terrorismo e nello stesso tempo erano collaboratori della polizia segreta.

Nel 1892 vennero registrati più di cinquecento attentati dinamitardi in America e più di mille in Europa. Le bombe esplodevano all’interno di teatri, ristoranti di lusso, alberghi: le vittime non erano soltanto capi di stato e politici. C’era tanta gente comune e, come oggi non si riusciva a controllare il momento, il luogo e l’identità del nuovo stragista. Brazil, il celebre film del 1985 di Terry Gillimas ispirato al romanzo di Orwell, 1984, mette in scena un mondo governato dal governo totalitario della burocrazia. Archibald Buttle viene scambiato per Archibald Tuttle a causa di un errore di stampa causato da un insetto incastrato in una stampante. Viene processato e ucciso. Tuttle, il vero terrorista è un prodotto dello stesso governo.

Cosa c’è dietro questi attentati terroristici? Una mancanza di sportività, rivela il Ministro dell’Interno …”la gente non accetta il fatto di aver perso la battaglia e reagiscono così”. Ma è proprio questo il punto e Hans Magnus Henzensberger lo spiega bene nel suo saggio “Il perdente radicale”.

Frutto del fallimento dell’idea di progresso, tanto propagandato negli ultimi decenni, il perdente radicale non cerca la vittoria ma lo sterminio. Deve scontare il senso di fallimento di cui si è nutrito in una società profondamente ingiusta. Per capire il suo gesto bisogna svegliarsi dal torpore generato dalla gran parte dell’informazione ufficiale e rendersi conto del valore della libertà individuale.

Ma la gente cerca il conformismo perché è la cifra della sicurezza, della tranquillità quotidiana. La gente “quando è ora di liberare l’umanità, corre dal parrucchiere. Invece di trotterellare entusiasta nelle file dell’avanguardia, dice: adesso ci vorrebbe una birra” (H.M. Henzensberger Die Gedichte, Suhrkamp 1983).

I sognatori dell’assoluto sono gli unici che non appartengono a nessuno.